Piccola sala come nell' Atto primo.
Scena I.
Elvira, Zulma, Haly, e Coro di Eunuchi.
CORO.
Uno stupido, uno stolto
Diventato è Mustafà.
Questa volta amor l' ha colto:
Glie l' ha fatta come va.
ELVIRA. ZULMA. HALY.
L' Italiana è franca e scaltra.
La sa lunga più d' ogn' altra.
Quel suo far si disinvolto
Gabba i goffi, ed ei nol sa.
CORO.
Questa volta amor l' ha colto:
Glie l' ha fatta come va.
ELVIRA.
Haly, che te ne par? avresti mai
In Mustafà creduto
Un sì gran cangiamento, e sì improvviso?
HALY.
Mi fa stupore, e insiem mi muove il riso.
ZULMA.
Forse è un bene per voi. Sua moglie intanto
Voi siete ancor. Chi sa, che dalla bella
Dileggiato e schernito,
Egli alfin non diventi un buon marito?
Partono.
Scena II.
Mustafà, indi Taddeo, poi Haly con due Mori, Coro di Eunuchi.
MUSTAFÀ.
Ah! se da solo a sola
M' accoglie l' Italiaua ... Il mio puntiglio
Con questa signorina
È tale, ch' io ne sembro innamorato.
TADDEO.
Ah! signor Mustafà!
MUSTAFÀ.
Che cosa è stato?
TADDEO.
Abbiate compassion d' un innocente.
Io non v'ho fatto niente ...
MUSTAFÀ.
Ma spiegati ... cos' hai?
TADDEO.
Mi corre dietro
Quell' amico dal palo.
MUSTAFÀ.
Ah! .. ah ... capisco.
E questa è la cagion del tuo spavento?
TADDEO.
Forse il palo in Algeri è un complimento?
Eccolo ... Ohimè! ..
MUSTAFÀ.
Non dubitar. Ei viene
D' ordine mio per onorarti. Io voglio
Mostrar quanto a me cara è tua nipote.
Perciò t' ho nominato
Mio gran Kaimakan.
TADDEO.
Grazie, obbligato!
CORO.
Viva il grande Kaimakan,
Protettor dei Mussulman.
Colla forza dei leoni,
Coll' astuzia dei serpenti,
Generoso il ciel ti doni
Faccia franca e buoni denti.
Protettor dei Mussulman,
Viva il grande Kaimakan.
TADDEO.
Kaimakan! io non capisco niente.
MUSTAFÀ.
Vuol dir Luogotenente.
TADDEO.
E per i meriti
Della nostra nipote a questo impiego
La vostra signoria m' ha destinato?
MUSTAFÀ.
Appunto, amico mio.
TADDEO.
Grazie: obbligato.
(Oh povero Taddeo!) Ma io ... Signore ...
Se debbo aprirvi il core,
Son veramente un asino. V' accerto
Che so leggere appena.
MUSTAFÀ.
Ebben, che importa?
Mi piace tua nipote, e se saprai
Mettermi in grazia a lei, non curo il resto.
TADDEO.
(Messer Taddeo, che bell' impiego è questo.)
Ho un gran pcso sulla testa;
In quest' abito m' imbroglio:
Se vi par la scusa onesta,
Kaimakan esser non voglio;
E ringrazio il mio Signore
Dell' onore che mi fa.
(Egli shuffa! .. Ohimè! .. che occhiate!)
Compatitemi ... ascoltate ...
(Spiritar costui mi fa)
Qua bisogna far un conto;
Se ricuso ... il palo è pronto.
E se accetto? .. è mio dovere
Di portargli il candeliere.
Ah! .. Taddeo, che bivio è questo?
Ma quel palo ... che ho da far?
Kaimakan, Signore, io resto.
Non vi voglio disgustar.
CORO.
Viva il grande Kaimakan,
Protettor de' Mussulman.
TADDEO.
Quanti inchini! .. quanti onori!
Mille grazie, miei Signori,
Non vi state a incomodar.
Per far tutto quel che io posso,
Signor mio, col basto indosso,
Alla degna mia nipote
Or mi vado a presentar.
(Ah Taddeo! quant' era meglio
Che tu andassi in fondo al mar.)
Parte.
Scena III.
Sala magnifica come alla fine dell' Atto.
Isabella, Elvira e Zulma.
ISABELLA.
Ah! .. ah! .. dunque a momenti
Il signor Mustafà mi favorisce
A prendere il caffè? Quanto è grazioso
Il signor Mustafà!
Ehi ... schiavo ... Chi è di là?
LINDORO.
Che vuol, Signora?
ISABELLA.
Asinaccio, due volte
Ti fai chiamar? .. Caffè.
LINDORO.
Per quanti?
ISABELLA.
Almen per tre.
ELVIRA.
Se ho bene inteso ...
Con voi da solo a sola
Vuol prenderlo il Bey.
ISABELLA.
Da solo a sola? ...
E sua moglie mi fa tali ambasciate?
ELVIRA.
Signora ...
ISABELLA.
Andate ... andate ...
Arrossisco per voi.
ELVIRA.
Ah! se sapeste,
Che razza d' uomo è il mio.
ZULMA.
Più di piacergli
Si studia, e più disprezzo ei le dimostra.
ISABELLA.
Finchè fate così, la colpa è vostra.
ELVIRA.
Ma che cosa ho da fare?
ISABELLA.
Io, io v' insegnerò. Va in bocca al lupo
Chi pecora si fa. Sono le mogli
Fra noi quelle che formano i mariti.
Orsù: fate a...