II
I primi passi nel lavoro sociale
Nel 1901, Huda aveva ventidue anni e si era separata dal marito più di sette anni prima. La separazione era sopravvenuta poco dopo le nozze, celebrate nel 1898. Di fatto era come se il matrimonio non avesse avuto luogo e Ali Shaarawi, dal canto suo, era ansioso di trasformare questa unione in realtà. Il fratello di Huda, Umar, era ormai ventenne ed era a sua volta fidanzato da due anni con Inayat, una vivace ragazza egiziana. Era la moglie prescelta da Iqbal ed era figlia di Abbas al-Daramalli Pascià. Umar, tuttavia, aveva chiaramente detto alla madre che si sarebbe sposato solo quando Huda fosse tornata dal marito, sostenendo di non volerla lasciare languire nella grande dimora di famiglia, con Iqbal come unica compagnia. La fidanzata di Umar trovava irritante questa preoccupazione, ai suoi occhi ossessiva e singolare, per la sorella. Impuntandosi, Umar sperava di spingere Huda a prestare orecchio più volentieri alle richieste di Ali. Il marito di Huda era impaziente di riprendere la vita matrimoniale e le sue recriminazioni si erano fatte sempre più insistenti.
Ali cercò il sostegno degli amici di famiglia e della cerchia di persone frequentate da Huda. Fece visita a Eugénie Lebrun, essendo a conoscenza della sua grande influenza su Huda. Perorò inoltre la propria causa con altre persone a lei care, pregandole di intervenire. Si rivolse a chiunque avrebbe potuto in qualche modo influenzare la giovane moglie. Un vecchio amico del padre di Huda, Zubair Pascià, le rimproverò il fatto di non tornare dal marito, mettendola al corrente delle chiacchiere e delle voci che iniziavano a circolare. Arrivò fino ad insinuare, in maniera abbastanza grossolana, di aver iniziato a domandarsi se il cuore di Huda non fosse occupato altrove, provocando così l’ira della giovane donna. Huda gli rispose per le rime, dicendo che, se suo padre fosse stato ancora in vita, nessuno avrebbe osato parlarle in quel modo e uscì di corsa fuori dal salotto degli ospiti, per andarsi a rifugiare nel proprio appartamento. Lo sceicco Ali al-Laithi, al quale era affezionata, tentò anche lui di convincerla a cambiare idea, per poi ritrattare immediatamente quando si accorse che l’argomento la sconvolgeva.1
Questa insistenza generale sulla necessità di un suo ritorno al tetto coniugale, in aggiunta ai continui rimproveri di Ali, la precipitarono in uno stato di depressione. Si diede per malata, trascinandosi per due mesi, durante l’estate del 1901. Iqbal decise infine di affittare una piccola residenza, un padiglione estivo nel quartiere chic di Ramleh, sul litorale alessandrino. Huda avrebbe così potuto evitare gli amici, fingendosi ancora convalescente. Fu in occasione di questo soggiorno ad Alessandria che Huda iniziò a fare i propri acquisti, invece di delegare ai servitori la scelta degli abiti. Era un primo passo verso l’emancipazione. Si vestiva in maniera formale, indossando il velo, per andare nei grandi magazzini in compagnia di Lala Said. Gli sguardi severi dell’eunuco atterrivano le commesse, che cercavano informazioni sulla sua identità, domandandosi come mai fosse così ben scortata. Da allora Huda continuò a comprare di persona i propri vestiti, finché Iqbal non si rese conto, gradualmente, che la qualità dei prodotti e degli abiti acquistati era migliore. I prezzi erano inoltre più bassi, quando Huda usciva a fare compere per conto suo. Madre e figlia presero quindi l’abitudine di fare i loro acquisti regolarmente insieme.
Un bel giorno Ilwi Pascià, il medico di famiglia che era da sempre anche un amico, venne a trovarla e le ricordò il fatto che Umar rimandava continuamente la data del proprio matrimonio per causa sua. Huda avvertì questo discorso come una sorta di ricatto ma, trattandosi di Umar, rispose con apparente noncuranza che, presto o tardi, sarebbe arrivato anche per lei il momento di aprirsi ai tentativi di riavvicinamento del marito e riconciliarsi. La sua impressione era che Ali non avrebbe mai acconsentito a certe condizioni. Pretese, fra l’altro, che Ali lasciasse la prima moglie una volta per tutte, in ottemperanza alla promessa fatta in passato. In un certo senso, questo suo ribellarsi alla poligamia fu probabilmente la prima chiara presa di posizione di Huda, senza che fosse consapevole allora del carattere politico delle sue condizioni. Non poteva accettare in alcun modo di essere la seconda moglie di nessuno e fece, così, la prima mossa politica di una lunga serie di gesti dello stesso tipo, in una vita interamente dedicata alla difesa dei diritti della donna.2
Ma la convinzione che Ali non avrebbe mai rinunciato alla madre del suo unico figlio era un errore di calcolo. Fu infatti ciò che Ali decise puntualmente di fare. Era apparentemente stanco di vivere con una sposa sempre più avanti negli anni, totalmente sottomessa alla sua volontà. Ammirava le maniere schiette e la personalità sempre più articolata di Huda e iniziò a desiderarne la compagnia. Sorprendentemente, Ali accettò tutte le sue condizioni e cedette a tutte le sue richieste. A sua volta, senza averlo previsto, si era disperatamente innamorato di lei e guardava con ammirazione il suo rifiuto fiero e categorico di qualunque istanza contraria ai suoi princìpi. Era anche consapevole del fatto che, accettando di tornare insieme, Huda teneva in debito conto il suo ruolo importante sulla scena politica e intendeva servirsi di lui per mettere in opera le proprie idee di riforma. Huda era sempre stata guidata da un forte senso pragmatico ed era inoltre consapevole della situazione venutasi a creare in famiglia. Si lasciò perciò convincere da Ali che la loro unione avrebbe aiutato a salvaguardare le loro proprietà e a consolidare il loro potere, sia sociale che politico. Nel 1901, Ali e Huda ripresero dunque a vivere insieme. L’intervento di Umar era stato decisivo nel loro riavvicinamento.
Durante i sette anni di separazione, Huda si era trasformata in una donna colta e di bell’aspetto, con una perfetta padronanza sia della cultura orientale che di tutti gli argomenti allora discussi a livello accademico in Occidente. Aveva studiato il Corano e la scienza divina ed aveva messo a frutto le numerose letture di storia e di letteratura francese e araba. Aveva perfezionato il suo bagaglio culturale, sviluppando la conoscenza della musica e divenendo una pianista eccellente. Più in generale, aveva ormai una visione chiara della vita ed aveva sviluppato uno spirito indipendente. Huda aveva deciso di vivere in maniera sobria per il resto della sua esistenza, senza cadere in preda agli impulsi o all’emozione. Era determinata a fare buon uso del suo tempo. Sapeva che nella sua vita di donna sposata avrebbe dovuto scendere a compromessi con il marito, a sua volta un uomo potente e determinato. Era improbabile che si scontrassero, dato che Ali apprezzava i principi di Huda ed il suo interesse per la società egiziana e per il futuro del suo paese. L’unico motivo di dissapore, semmai, fu il disappunto provato da Huda perché Ali, a suo avviso, non era sempre all’altezza delle proprie norme intransigenti di condotta. Quanto a Huda, aveva intrapreso alcune attività sociali e politiche, già prima del matrimonio. Nel 1895, era entrata a far parte di un comitato di sostegno alla Turchia, creato dalla moglie di Riad Pascià durante la guerra greco-turca. Era la prima esperienza di questo tipo nella vita pubblica di Huda. Nonostante la giovane età, tuttavia, questo primo coinvolgimento maturò subito i suoi frutti. 3
Grazie alla decisione, infine presa da Huda, di tornare a vivere con Ali, il matrimonio di Umar poteva procedere. Preso nei preparativi, Umar si recò un giorno da lei per discutere i dettagli. Aveva in mente una cerimonia semplice, che gli consentisse di distribuire il denaro ai poveri, invece di spenderlo in un grande matrimonio. Il pensiero di Umar andava all’esercito di poveri e di disabili che la famiglia manteneva a Minya ed era convinto che questi soldi dovessero essere spesi in una maniera più utile che per la celebrazione di una cerimonia nuziale.4 Huda, d’altra parte, desiderava per il fratello una giornata di nozze indimenticabile. Umar era abbastanza ricco da permettersi una cerimonia spettacolare: per la carità erano sempre a portata di mano altre vie e, comunque, i preparativi avrebbero dato un’impiego a molte persone. Umar si lasciò convincere e il suo matrimonio fu davvero un evento memorabile. In un articolo pubblicato sulla rivista Al Majalla al-Misria, il poeta Khalil Mutran, che era fra gli invitati di Umar, descrisse tutto l’incanto dei tre giorni e notti consecutivi di celebrazioni.
Per la sua nuova vita matrimoniale con Huda, Ali Shaarawi fece costruire una nuova magnifica abitazione al n. 2 di Via Qasr al-Nil, nel punto d’incrocio con un’altra principale arteria del centro del Cairo, la Via Champollion. Non distante dalla dimora storica dei Sultan di Via Jami Sharkas, la nuova dimora si ergeva di fronte al Museo Egizio, innalzato da Mariette Pascià, e al Palazzo di Qasr al-Nil, dove le forze militari britanniche avevano stabilito le proprie caserme.5 La costruzione era nello stile del tempo, Art Nouveau. Ali si tratteneva inoltre a lungo a Minya, dove fece ugualmente costruire una casa. Sperava di poter convincere la moglie a trasferirsi con lui a Minya e aiutarlo nella gestione delle terre, inaugurando insieme...