Prologo
La Corte, e Momo.
CORTE.
Lungi dagl'alti sogli
Oue à tutt' i piaceri
Son Compagni i cordogli
Per questi ermi sentieri
Senza seguaci, e scorte
Dalla Corte fuggendo erra la Corte
Tornate, omai tornate
O Pompe ingiuriose
O Calme Tempesto i Tetti d'oro
Più gradito Tesoro
Mi fian' senza tumulti
Solitudine amata i tuoi virgulti
MOMO.
Si prodiga, è la Corte?
Sian vicini alla morte
CORTE.
E voi fasti Reali
Vanità de' mortali
Vapori Gloriosi
Piume senza riposi
Vi lascio in preda al vento
Pur ch' un breue momento alla vita
Di libertà gradita
Mi sia notte agl' affanni alba.
MOMO.
Ti salui il Ciel Signora
CORTE.
O brutto intoppo
MOMO.
Dimmi perche s'inuola
Alla Corte, la Corte errante, e sola?
CORTE.
Per non prouar mai sempre
Della lingua di Momo
Le finissime tempre
MOMO.
E doue, e quando mai
CORTE.
La sciami in pace
Tu sei troppo mordace.
MOMO.
Io mordace? Io maligno? ho forse detto,
Che la Corte, e una spia,
Che la tua vita solitaria, e cheta
Mi sembra ipocrisia,
Che sei nel Boscouscita
Per fingerti Romita.
Che le selù hai trouato
Per far qualche peccato?
Oibò guardimi il Cielo.
Momo non apre bocca
Se non quando gli tocca.
CORTE.
Anzi Momo non parla
Ch, altrui non sia nociua,
O non tocchi sul' vino
MOMO.
Diro ben che la Corte
E una stanza d' Amore
Un' Afilo di Saggi
Un specchio di Prudenza
Nido della virtù Scole d' Amore
Ma certi tua seguaci
Certe lingue d' Abisso
Che quai Lupi voraci
Vegliano agl' altrui danni
Son maestri d' error, fabri d'inganni.
CORTE.
Ma tu, che sempre godi,
Di lacer ar le Corti
Perche segui le selue?
MOMO.
Perche son tanti Boschi, hoggi le Corti
E'Cortigian le Belue.
CORTE.
Ma dimmi, e qual peccato
Ha la gente di Corte,
Che Momo, è si sdegnato?
MOMO.
Son tutti d' una sorte
Sorella i Cortigiani
Sanno adoprar le mani
Al paro delle lingue
L' occhio mai non distingue
Chi loda, o pur chi taglia
Gl'interessi più scaltri
Son sempre i fatti d' altri.
Chi mormora chi scriue,
Chi sueglia le questioni
Chi ruba, e par, che doni
Chi studia far la spia,
Per mer a cortesia.
Basta Momo, non Cerca gl' altrui guai
Quanto a dir male io nol' farò già mai.
CORTE.
Momo ta non distingui
Forse non sai, che sono
Della squola morale
I più veri maestri il bene e il male?
MOMO.
Forse non imparasti
Ch' boggi, con dolci modi
Han sembianza di bene anco le frodi?
CORTE.
Taci lingua arrogate
MOMO.
L'Ira, è figlia del Vero
CORTE.
E se non vuoi tacer cangia mestiero
MOMO.
Mestiero? oibo sorella
La mia professione, e troppo bella
CORTE.
Parti dunque mal nato
A censurar de' pari tuoi le colpe,
MOMO.
E non sai, che la Vuolpe
Non entra in vicinato?
CORTE.
Vanne alla Regia
MOMO.
In Babbillonia forse?
CORTE.
Si nel soglio d' Oronte
MOMO.
Nò nò sotto quel Cielo
V'è tal Momo hoggi di, che leua il pelo.
CORTE.
Torna dunque al inferno,
Et in quel foco immondo
Purga la lingua rea poi torna al mondo.
MOMO.
Fammi tu pria la scorta indi vedrai,
Che Momo in questa etate
Non la per dona all' Anime danate.
MOMO E CORTE.
Si guardi ogn'un da te
MOMO.
Donna mendace
CORTE.
Lingua mordace
CORTE.
Da menzogna loquace
MOMO.
Da seruaggio fallace
CORTE.
Lacerati mortali
MOMO.
Allettati mortali
CORTE.
Fra punture letali
MOMO.
Fra sciagure Venali
CORTE E MOMO.
A prezzo di dolor vendon la pace
Si guardi ogn' un da te
MOMO.
Donna mendace
CORTE.
Lingua mordace.
Fine del Prologo.
Atto I.
Scena prima.
Riua dell'Eufrate.
ALÌ.
Io son pur sola,
E non è chi mi senta
Fuor che la doglia ria,
Che quest'anima mia sempre tormenta.
Io son pur sola, ò Dio,
E in questa solitudine romita
Non è solo un martire
Che mi tolga la vita:
Mà per farmi la sorte ingiurie, e scorni
Mi pareggia d'affanni
Il numero de gl'anni, anzi de giorni.
Dori, misera Dori,
Che fai, lassa, che pensi?
S'à tuoi martiri immensi
Non si moue à pietate,
Nè la terra, nè 'l Ciel, corri all' Eufrate
Smorza pria di morire
La fiamma, che t'uccide,
E in quei gorghi profondi
Dalla terra, e dal Ciel fuggi, e t'ascondi.
Vanne, che ben conuiensi
Tomba di gelid'acque à tanti ardori
Dori, misera Dori,
1.
Che fai, lassa, che pensi?
Voragini ondose,
Ch. al mar traboccate
Deh' fatte pietose
Udite, fermate,
Venite da me:
Sciagura insinita
A' tormi la vita
Bastante non è.
2.
Voi magiche...