Scena I.
Ampio cortile della casa di Fabrizio. Sul dinanzi domina un portico rustico con pergolato; ad un pilastro è appesa una gabbia aperta, dentro della quale si vede una gazza. Nel fondo e' verso il mezzo è collocata una porta con cancello, per cui si entra nel cortile. Al di là la scena rappresenta alcune collinette.
Diversi abitanti del villaggio; alcuni famigli recanti le cose necessarie per apparecchiare una mensa; subito Pippo; indi Lucia con un canestro di biancherie; finalmente Fabrizio ed altri servi con bottiglie di vino.
CORO.
Oh che giorno fortunato!
Oh che gioja si godrà!
PIPPO.
Dopo tanti e tanti mesi
Spesi in guerra e fra gli stenti,
Oggi alfine a' suoi parenti
Il padron ritornerà.
PARTE DEL CORO E PIPPO.
Vieni, vieni, o padroncino;
TUTTI.
Vieni a noi, Giannetto amato.
Oh che giorno fortunato.
Oh che gioja si godrà!
LA GAZZA.
Pippo! Pippo!
PIPPO.
Chi ha chiamato?
CORO.
Non so niente. – Ah ah aha!
Essendosl accorti della gazza, e deridendo Pippo.
LA GAZZA.
Pippo!
PIPPO.
Ancora?
CORO.
Ve' chi è stato.
Additandogli la gazza.
PIPPO.
Brutta gazza maledetta,
Che di colga la saetta!
LA GAZZA.
Pippo! Pippo!
PIPPO.
Taci là.
CORO.
Pippo! Pippo! Ah ah ahà!
Deridendo Pippo.
LUCIA.
Marmotte, che fate?
Così m' obbedite?
Movetevi, andate:
La mensa allestite
Là sotto alla pergola
Che invita a mangiar. –
Che flemma! sbrigatevi:
Pigliate, stendete.
Mio figlio, il sapete,
Dee tosto arrivar.
PIPPO E CORO.
Che giorno beato
Dobbiamo passar!
LUCIA.
Alfine cessato
Avrò di tremar. –
Ehi! Ninetta? – Quando io chiamo,
Tutti perdono l' udito. –
E colui di mio marito
Dove adesso se ne sta?
PIPPO E CORO.
Tuo marito eccolo qua
Ser Fabrizio la.
FABRIZIO.
Egli vieni, o mia Lucia,
Come Bacco, trionfante:
Egli reca l'allegria,
Reca il nettare spumante
Che mantiene nelle vene
Il vigor, la sanità.
TUTTI.
Viva Bacco e la cantina,
Medicina d' ogni età.
LUCIA a Fabrizio.
Ah col suo congedo alfine
Oggi arriva il figlio amato!
FABRIZIO.
Certamente; ed amogliato
Lo vorrei, ben mio, veder.
LUCIA.
A me tocca il dargli moglie;
Questo affare a me si aspetta.
Egli dee sposar –
LA GAZZA.
Ninetta.
FABRIZIO.
Ah! la gazza ha indovinato.
LUCIA.
Insensato!
FABRIZIO.
Si vedrà –
Brava, brava! – Ahi, ahi!
Si avvicina alla gazza, l'accarezza e ne resta beccato.
LUCIA.
Ch' è stato?
FABRIZIO.
M' ha beccato.
LUCIA.
E ben ti sta.
FABRIZIO.
Ma la gazza ha indovinato.
LUCIA.
Insensato!
FABRIZIO.
Si vedrà.
TUTTI GLI ALTRI.
Se la gazza ha indovinato,
Ogni core esulterà.
TUTTI additando la mensa.
Là seduto l' amato Giannetto.
FABRIZIO CON PARTE DEL CORO.
A suo padre, alla sposa vicino.
PIPPO COL RESTO DEL CORO.
A sua madre, alla sposa vicino.
LUCIA.
Alla cara sua madre vicino.
TUTTI.
Noi l' udremo narrar con diletto.
Le battaglie, le stragi, il bottino;
Or d' orgoglio brillar lo vedremo,
Or di bella pietà sospirar.
E fra i brindisi intanto faremo
I bicchieri ricolmi sonar.
Partono gli abitanti del villaggio.
FABRIZIO.
Oh cospetto! undici ore già passate.
Guardando l'orivolo.
E Giannetto ne scrive
Che sarà qui sul mezzogiorno.
LUCIA.
Oh diavolo,
Già così tardi! – E la Ninetta ancora
Non voggo. Ov' è costei? – Pippo rispondi.
PIPPO.
Per la collina, io credo,
A cogliere le fragole.
LUCIA.
Ah Fabrizio,
Da qualche tempo son molto scontenta
Di questa tua Ninetta, – Pippo Ignazio,
Antonio, andate tutti
A preparare il resto. –
Pippo e gli altri famigli si ritirano.
Ah se la colgo
Quclla smorfietta! –
FABRIZIO.
Eh via, cessa una volta!
Tu sempre la rimbrotti, e sempre a torto.
LUCIA.
A meraviglia! E quando
Ridendo e civettandella mi perde
Le forchette d'argento, dimmi, allora
Se wi viene la bile, ho torto ancora?
FABRIZIO.
Gran cosa! Finalmente
E' una forchetta sola
Che si smarriper caso; e chi sa forse
Che un dì non si vitrovi! – Orsù, Lucia,
Bada a trattare con maggior dolcezza
Quella fanciulla.
LUCIA in aria di spezzo.
Ah, ahà!
FABRIZIO.
Rispetta in lei
Le sue sventure
E s' ella qui si procaccia
Una meschina vita,
Non dev'esser pereid da noi schernita.
LUCIA.
E chi dice il contrario? – Ma finiamola.
Il tempo vola: io corro
Un momento in cucina; e poi, se credi,
Andremo insieme ad incontrar Giannetto.
Via.
FABRIZIO.
Dici ben; vo nell'orto, e là ti aspetto.
Via.
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